“Mutata arma”, in appello condanne confermate per tre coinvolti nell’inchiesta

 
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Gela. Sei anni e otto mesi di reclusione ciascuno, così come già deciso dal collegio penale del tribunale di Gela, in primo grado. La Corte d’appello di Caltanissetta ha confermato le condanne per tre imputati, coinvolti nell’inchiesta “Mutata arma”. Il collegio penale del tribunale gelese escluse la contestazione mafiosa. Angelo Gagliano, Rosario Vitale e Massimo Castiglia, erano accusati di aver operato nel traffico di droga ricostruito dagli inquirenti. Le indagini si concentrarono proprio sul giro di sostanze stupefacenti e sulla disponibilità di armi, nella dimensione della famiglia di mafia dei Rinzivillo.

Per i tre imputati, però, l’accusa di mafia venne meno, con pene meno pesanti rispetto alle iniziali richieste. Per la procura generale, le condanne andavano confermate, come già concluso nelle precedenti udienze. Le difese, sostenute dai legali Flavio Sinatra, Maurizio Scicolone e Francesco Villardita, anche in secondo grado hanno respinto la linea di accusa. Secondo i legali, gli imputati non avrebbero partecipato all’affare della droga. La Corte d’appello nissena, però, ha confermato la decisione di primo grado. L’inchiesta diede vita a più filoni processuali. Nessuno dei tre imputati optò per riti alternativi.

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