Musumeci elogia la riconversione di Gela, "sottoscritto il protocollo": lancia le Zes

Gela. In città, infuria la polemica, ma il presidente della Regione Nello Musumeci ha rimarcato, anche davanti agli industriali siracusani, la firma del “protocollo per l’attrazione di nuovi investime...

06 maggio 2018 14:30
Musumeci elogia la riconversione di Gela, "sottoscritto il protocollo": lancia le Zes -
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Gela. In città, infuria la polemica, ma il presidente della Regione Nello Musumeci ha rimarcato, anche davanti agli industriali siracusani, la firma del “protocollo per l’attrazione di nuovi investimenti a Gela”. Il governatore, nel corso di un dibattito organizzato dai confindustriali di Siracusa, ha preso come spunto proprio la vicenda dell’accordo di programma e dell’area di crisi complessa, dato che negli ultimi tempi anche nel polo industriale aretuseo si parla di riconversione. Il triangolo Siracusa-Priolo-Mellili come Eni a Gela, con la riconversione green per i carburanti sostenibili? “Le industrie della raffinazione – ha spiegato – continuano ad offrire opportunità di lavoro e di sviluppo ma occorre superare le incertezze normative per assicurare lo sviluppo sostenibile. Abbiamo già sottoscritto per Gela il protocollo per l’attrazione di nuovi investimenti insieme al Mise e messo in piedi la cabina di regia con le autorità di sistema portuale della Sicilia per l’attuazione delle Zes, il cui piano strategico è già in lavorazione e verrà presentato alla Presidenza del consiglio tra tre mesi. Abbiamo avviato le assunzioni all’Arpa e riscriveremo il piano industriale per l’attuazione delle bonifiche. Tutto verrà fatto in maniera condivisa per lo sviluppo e la crescita dei territori. industria compatibile con l’ambiente, agricoltura e turismo”.

Per i sindacati poche risorse finanziarie. Musumeci ne ha approfittato per rilanciare temi che aveva messo sul tavolo, già durante la campagna elettorale che l’ha portato a Palazzo d’Orleans. I sindacati, almeno in città, non credono molto invece ad un accordo di programma e ad un’area di crisi complessa (con ventitré comuni ricompresi) che possano sostenersi finanziariamente contando solo su venticinque milioni di euro, i fondi messi a disposizione dal governo centrale e dalla stessa Regione. In poche settimane, si sono susseguite le denunce pubbliche contro il “misfatto” e la “mancetta”. Per venerdì prossimo è fissato un vertice, voluto dai confederali di Cgil, Cisl e Uil, per fare il punto della situazione con tutti i comuni coinvolti. Quei soldi non bastano e le bordate politiche sono arrivate sulle spalle del sindaco Domenico Messinese e del suo vice Simone Siciliano, ritenuti gli artefici principali dell’accordo al ribasso.

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