Gela. Sono sessantaquattro i reperti archeologici che sono stati sequesrati nell’abitazione di un medico sessantaseienne. Come anticipato la scorsa settimana, i finanzieri stavano effettuando attività di controllo su presunte irregolarità nella vendita di farmaci. Durante le perquisizioni, sono arrivati nell’abitazione del professionista. Si tratta di reperti tutti datati dal VII al I secolo a.c. si tratta di vasi, brocche e piccole anfore, una statuetta di offerente, un timbro tondo con funzioni decorative, un piccolo vaso con corpo globulare, una coppa profonda per bevande, una piccola scultura con raffigurazione divina, un poppatoio, una lucerna con invetriatura di età islamica ed un’altra di età romana, diverse anfore di derivazione sia orientali che greche, alcune ampolle di stampo ellenistico e ancora delle coppe da vino a vernice nera risalenti a differenti periodi storici, nonché moltissime monete di età greca, romana e medievale. Tutti i reperti, provenienti dalle diverse colonie greche della Sicilia, sono stati datati dal VII al I secolo A.C., ad eccezione di un boccaletto monoansato risalente all’Età del Bronzo e quindi datato tra il XXII e il XV secolo a.c.
A confermarne l’autenticità è stato un archeologo, specialista di beni ed utensili antichi, che ha sottolineato il valore e l’interesse storico dei beni sottoposti a sequestro. Pertanto, su indicazione dell’autorità giudiziaria, i reperti sono stati affidati temporaneamente, in attesa dell’assegnazione definitiva, all’Unità Operativa 4–Beni Archeologici della Soprintendenza di Caltanissetta. Il professionista è stato denunciato alla procura della Repubblica per
impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato e per ricettazione.