Mura Timoleontee, l’allarme: “Si stanno sbriciolando, si deve subito correre ai ripari”

 
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Una delle foto delle mura Timoleontee pubblicata da Brugioni

Gela. Ieri, il maestro Giovanni Iudice è stato molto critico rispetto alla mossa dell’amministrazione comunale che nella prospettiva di “Gela 2025”, da legare anche alla programmazione di Agrigento capitale italiana della cultura, sta puntando su un comitato tecnico scientifico ma privo di “professionisti”. Più in generale, è anche la tenuta del patrimonio archeologico della città a preoccupare. Non è la prima volta, infatti, che esperti, artisti e appassionati, lanciano l’allarme per le condizioni del sito delle mura Timoleontee, a Caposoprano. Lo ha fatto, adesso, Giuseppe Brugioni, rendendo pubbliche foto piuttosto inequivocabili. “Ci vuole coraggio, aggiungerei anche una bella faccia tosta, a parlare ancora di rilancio culturale in città. In vista delle manifestazioni per Agrigento capitale della cultura 2025 – ha scritto Brugioni sui social – l’adrenalina sta scorrendo a fiumi insieme ad annunci, incarichi vari, proclami e figure “culturali”, che stanno spuntando come i funghi, ovunque. Si dibatte sulla necessità estrema di creare un parcheggio per i visitatori del parco di Caposoprano. A nessuno frega niente delle mura però, mura che si stanno letteralmente sbriciolando per tutta la loro lunghezza. Temo e mi auguro di essere smentito, se non si corre subito ai ripari avremo brutte sorprese”. Brugioni, nella sua valutazione, richiama manifestazioni autorizzate nel sito che avrebbero contribuito ad un “degrado” dell’area. Parla infatti di “idee non proprio brillanti” e non esclude che possano esserci eventuali “responsabilità dirette”. Una condizione precaria delle mura Timoleontee che si accompagna ai due musei chiusi e a migliaia di reperti che non hanno mai fatto rientro da Caltanissetta.

Di “degrado e incuria delle mura” riferisce Giuseppe Alessi, presidente della sezione locale di “Archeo-Ambiente”, che lo scorso anno aveva peraltro trasmesso un esposto alla procura. Sottolinea ancora una volta l’esigenza di “un’area di sosta” e di “un nuovo ingresso ad est”. “Personalmente – scrive a sua volta sui social – ho visitato svariati siti archeologici, compresi quelli del terzo mondo e mai ho visto una situazione simile. Si avvicina il 2025, anno della proclamazione di Agrigento a capitale della cultura italiana. E’ previsto oltre un milione di visitatori e almeno il 10 per cento verrà a Gela per motivi diversi e si rivela da parte dell’amministrazione soltanto un interesse a come spendere i 200 mila euro per eventi, stanziati dalla Regione. Una domanda è lecita farsela: dove devono posteggiare gli eventuali pullman per far visitare i due unicum, impianti pubblici greci e Mura di fortificazione, ubicati ad ovest della città?”.

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