Gela. Nemmeno un delicato intervento chirurgico è riuscito a salvare la vita a Filippo Ardore, il lavoratore Lsu che il prossimo 8 giugno avrebbe compiuto 47 anni. L’uomo, venerdì sera alle 21, è deceduto mentre era ricoverato in un lettino del reparto di Rianimazione.
Le sue condizioni erano ritenute gravissime. Si era presentato in ospedale venerdì mattina, il giorno dopo essere stato protagonista di un infortunio sul lavoro nella zona ndustriale di contrada Brucazzi. “E’ caduto mentre puliva le aree verdi – precisa il figlio Giuseppe, studente universitario -inciampando probabilmente su una pietra”. Il giorno seguente si era sottoposto ad una ecografia che avrebbe dato esito negativo. Poche ore più tardi, mentre si trovava a casa, a seguito dell’emorragia sarebbe svenuto. Trasferito a bordo di un’ambulanza del 118 in ospedale, era stato sottoposto a nuovi esami. L’ecografia, risultata ancora negativa, e finalmente la Tac che ha evidenziato la lacerazione della milza. I medici, si erano riservati la prognosi ancora prima di fare allestire la sala operatoria. Sottoposto a un delicato intervento chirurgico, durato oltre quattro ore, durante il quale sarebbero stati messi in circolo circa 15 litri di sangue, era stato ricoverato nell’unità operativa di Rianimazione. Poche ore più tardi le condizioni di Filippo Ardore si sono aggravate fino al decesso, avvenuto alle 21 di venerdì. Si spera ancora, invece, all’ospedale Nesima di Catania, dove Giuliana Sciascia di 25 anni lotta per la vita. La studentessa universitaria travolta da un’autovettura mentre attraversava la strada ha riportato un’emorragia cerebrale.