Gela. Il rinvio a giudizio risale allo scorso anno. Armi e munizioni vennero trovate dai carabinieri all’interno di un maneggio e a risponderne, adesso davanti al collegio penale del tribunale, è il cinquantaseienne Maurizio Zamproni. Difeso dall’avvocato Riccardo Balsamo, è a processo. Già in fase di indagine, escluse di aver mai avuto la disponibilità di armi. Lo scorso anno, il gup gli revocò anche l’obbligo di firma. I pm della procura, però, hanno avanzato istanza, chiedendo che gli venga applicata una misura più restrittiva.
Anche in questo caso, il legale che lo rappresenta ha spiegato che non ci sono le condizioni per giustificare un eventuale aggravamento della misura. I carabinieri, nell’area del maneggio, sequestrarono tubi metallici, che se assemblati avrebbero potuto costituire armi clandestine, oltre a sessanta cartucce e ad una pistola calibro trentasei. Insieme a Zamproni, venne arrestato il sessantaquattrenne Salvatore Lauria, che ha già patteggiato la pena.