“Moviti ddrocu”: una conferenza sul dialetto siciliano da cielo D’Alcamo a Camilleri

L’iniziativa, finanziata dalla Regione Siciliana, promuove la riscoperta e la tutela del dialetto come patrimonio culturale da difendere e trasmettere.

17 novembre 2025 10:06
“Moviti ddrocu”: una conferenza sul dialetto siciliano da cielo D’Alcamo a Camilleri -
Condividi

Gela. Nella cornice della Settimana della Lingua siciliana l’Istituto Comprensivo San Francesco–Capuana ha ospitato la conferenza “Il dialetto siciliano: da Cielo d’Alcamo a Camilleri”, u appuntamento di grande rilievo culturale nel plesso Paolo Emiliani Giudici che ha permesso l’incontro con il dialettologo e saggista Gaetano Vicari, autore del glossario Il lessico di Camilleri.

L’evento rientra nel progetto “Moviti ddrocu”, iniziativa sostenuta dall’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale nell’ambito della seconda edizione del programma “Non solo mizzica. Il siciliano la lingua di un popolo” un percorso nato con l’obiettivo di tutelare, valorizzare e rendere nuovamente viva una lingua storica che, nonostante la ricchezza letteraria e culturale, rischia oggi di affievolirsi.

Nonostante l’apparenza dinamica dell’espressione, “Moviti ddrocu” in siciliano significa esattamente il contrario: Fermati dove sei. È un invito deciso, ma allo stesso tempo affettuoso, a non andare oltre, a non proseguire per impulso, bensì a restare, osservare, pensare. In una terra come la Sicilia, spesso caratterizzata da partenze sofferte, distacchi forzati e abbandoni silenziosi, fermarsi diventa un atto rivoluzionario. Scegliere di restare significa prendersi cura del luogo in cui si vive, ascoltarne le voci e custodirne la memoria. Significa non lasciar scivolare via ciò che rende unico un popolo, difendendo quel patrimonio immateriale che è il dialetto.

La Settimana della Lingua siciliana e il progetto “Moviti ddrocu” rappresentano un investimento culturale che guarda al futuro. L’obiettivo non è solo celebrare una lingua, ma restituirle dignità, forza, spazio e possibilità. Il siciliano non è soltanto un insieme di parole: è una memoria collettiva, una visione del mondo, un modo di sentire. Continuare a parlarlo, studiarlo e insegnarlo significa impedire che si dissolva nell’indifferenza del tempo.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui Quotidiano di Gela