Motobarca della “Archimede” affondò al porto isola, indagati due operatori

 
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Gela. Affondò lo scorso anno, nell’area del porto isola. Per quanto accaduto alla motobarca “Liberante” partirono indagini. Il mezzo era usato dalla società “Archimede”, che da anni si occupa dei servizi di guardiafuochi e antinquinamento per conto di Eni. L’indagine è condotta dai militari della capitaneria di porto. Secondo i pm della procura e gli stessi militari, potrebbero esserci state delle omissioni. Sotto indagine sono finiti due dipendenti della “Archimede”. Gli accertamenti si sono concentrati sulle attività svolte durante il turno coperto dagli operatori. Si ipotizza che non abbiano rispettato le disposizioni previste né l’ordine di servizio. Con la motobarca affondata, in mare si disperse anche del carburante e tra le contestazioni mosse agli indagati pare ci sia anche quella di aver causato l’inquinamento di quel tratto di mare, antistante la diga foranea.

Sono stati fissati degli interrogatori, anche per verificare la versione degli indagati, che sono assistiti dagli avvocati Rosario Prudenti e Maurizio Cannizzo. Le indagini sono attualmente in corso. Gli operatori avrebbero da subito escluso qualsiasi responsabilità.

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