Gela. Sono state prese tutte le precauzioni del caso, soprattutto nell’eventualità di contaminazioni. Come anticipato ieri, si sono svolte questa mattina le operazioni autoptiche sui corpi del trentaseienne Filippo Russello e del quarantacinquenne Gianfranco Di Natale. I due dipendenti Eni, in servizio in un campo iracheno, sono stati stroncati a pochi giorni di distanza, uno dall’altro. Le operazioni tecniche, condotte da un pool di esperti, compreso il direttore del servizio di medicina legale di Ragusa, sono state effettuate nella sala autoptica iblea. E’ l’unica in Sicilia ad assicurare protezione contro eventuali contaminazioni. I pm della procura di Gela e i colleghi di Palermo, che stanno indagando, non escludono nessuna eventualità, neanche che le morti possano essere collegate ad eventuali contaminazioni da sostanze chimiche. I dipendenti Eni lavoravano in un campo iracheno, in una zona nel recente passato teatro di operazioni belliche. La relazione tecnica dovrebbe essere depositata nelle prossime settimane. Ai periti è stato concesso un termine per valutare tutti i dati. Russello è morto mentre era in sella alla sua bici da corsa, lungo la Gela-Licata. Due giorni dopo, Di Natale, gelese che risiedeva nel ragusano, è spirato all’Ismett di Palermo, dove era ricoverato.
Ci sarebbero altri casi, tutti di colleghi dei due gelesi morti. Per ora, i pm stanno valutando tutti gli aspetti di una vicenda, ancora difficile da interpretare. Sicuramente, i lavoratori morti e quelli che si trovano a sostenere pesanti patologie operavano nella stessa area.