Gela. “Hanno ucciso i nostri genitori una seconda volta”.
E’ un coro di protesta unanime quello che si è alzato dopo il deposito della relazione dei periti sulle morti all’impianto clorosoda. Secondo il pool di esperti nominati dal gip del tribunale non c’è nessun nesso di causalità tra le malattie contratte dagli operai del Clorosoda e il lavoro che svolgevano in quell’impianto Eni. Le 118 le parti civili, i familiari delle 12 vittime oggi gridano allo scandalo nell’inchiesta che vede indagate 17 persone, quasi tutti dirigenti Eni.
“E come dire che mio padre abbia perso denti, capelli e la poi la vita perché lavorava in una azienda di caramelle”, ha detto con rabbia uno dei figli degli operai deceduti nell’impianto killer. L’incidente probatorio è fissato ad ottobre, l’amarezza e la rabbia però è fortissima.