Gela. L’imprenditore Santo Occhipinti perse la vita dopo un grave incidente stradale, lungo la Gela-Vittoria, risalente ad otto anni fa. Per quanto accaduto, in primo grado, è arrivata la condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione per il gelese Rocco Mondello, che era alla guida della vettura che impattò con la Mercedes di Occhipinti, che in città aveva avviato diverse attività. In appello, su richiesta della difesa di Mondello, accusato di omicidio colposo, è stato sentito un perito, incaricato di ricostruire la dinamica dello scontro mortale. Ha spiegato che ci sarebbero state responsabilità di Mondello, probabilmente anche per l’elevata velocità della sua vettura, ma allo stesso tempo l’esperto ha dichiarato che l’imprenditore non usava la cintura di sicurezza. I legali di difesa, gli avvocati Joseph Donegani ed Emanuele Maganuco, hanno sempre sostenuto che sul decesso possa aver pesato proprio l’assenza della cintura di sicurezza. Davanti alle conclusioni presentate in aula dal perito, la difesa ha anche chiesto l’effettuazione di accertamenti medico-legali, così da capire se sulla fine di Occhipinti e sulle conseguenze riportate possa aver inciso la mancanza della cintura. Secondo i difensori, potrebbe esserci stato un concorso di colpa alla base delle tragiche conseguenze di otto anni fa. Escludono però na responsabilità diretta dell’imputato.
I familiari dell’imprenditore morto seguono il procedimento come parti civili, con l’avvocato Giuseppe Cammalleri. Ha più volte ribadito che la morte della vittima sarebbe stata conseguenza diretta di manovre pericolose di Mondello. Nel giudizio, la compagnia assicurativa è responsabile civile, con il legale Claudia Caizza. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta scioglieranno la riserva sulle nuove richieste avanzate dalla difesa. In aula, si ritornerà a febbraio.