Mortale sul lavoro, coinvolto autotrasportatore gelese: Cassazione, “no ricorso procura”

 
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Sassari. Un autotrasportatore gelese, il quarantanovenne Francesco Catalano, sei anni fa fu coinvolto in un’indagine, condotta dai magistrati della procura di Sassari. In un’area per i mezzi pesanti a Ploaghe, a servizio di un cantiere per un impianto eolico, morì un altro autotrasportatore, il quarantunenne Tonio Farris. Fu travolto da un carico di circa novecento chili. Fatti che lo scorso anno portarono il giudice del tribunale di Sassari ad assolvere il proprietario del rimorchio, Stefano Libero Luciano. Per Catalano, invece, non furono ravvisati gli estremi della contestazione che gli veniva mossa e il magistrato ha inviato gli atti ai pm, per valutare un’altra ipotesi di reato. Catalano condusse il rimorchio con il carico di acciaio, da Padova e fino al porto di Livorno. In dibattimento, è emerso che il mezzo pesante era conforme alla normativa. Per il provvedimento emesso rispetto all’autotrasportatore gelese, la procura sassarese si è rivolta ai giudici di Cassazione, che però hanno confermato la decisione di primo grado. Nessuna illegittimità è stata riscontrata nella scelta di trasmettere nuovamente gli atti alla procura, per un approfondimento maggiore.

Il giudice non escluse che si potesse individuare una potenziale responsabilità su come venne collocato il carico che travolse il quarantunenne, poi deceduto. Per la Cassazione, nel caso di specie si tratterebbe di un “fatto diverso” e non di un “fatto nuovo”. Il ricorso della procura è stato respinto e ora i pm di Sassari dovranno valutare il da farsi rispetto alle accuse mosse al quarantanovenne gelese, difeso dai legali Marco Costa e Mariano Mameli.

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