Morire d’amore, Lella Costa porta in carcere lo spettacolo teatrale sul femminicidio

 
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Gela. “Maltrattare o uccidere la propria compagna, la propria moglie, perché non più volute, è una crudeltà vigliacca e meschina”.

Con queste parole, Maura Misiti, co-autrice con Serena Dandini del libro “Ferite a morte” è intervenuta alla giornata conclusiva del progetto contro la violenza sulle donne “Morire d’amore” che si è tenuto nella sala teatrale del carcere di contrada Balate.

Ala presenza presente del cast teatrale capeggiato da Lella Costa che mette in scena, da quasi tre anni, sui palcoscenici nazionali e mondiali lo spettacolo “Ferite a morte” di Serena Dandini e, appunto, Maura Misiti, spettacolo contro il femminicidio e la violenza di genere. L’attività, a beneficio dei detenuti, è stata realizzata nell’ambito del progetto di istituto, con la supervisione dello psicologo del carcere, Corrado Drago, e il contributo della sezione locale Fidapa, Croce rossa Italiana e comunità Sant’Egidio.

A fare gli onori di casa è stata Gabriella Di Franco, direttore del carcere, Liliana Savarino, il comandante Francesco Saveri e l’assistente capo Patrizia Zaffonte. I veri protagonisti sono stati i detenuti del carcere, che hanno letto i versi del libro “Ferite a morte”.

“Ho portato questo spettacolo ovunque, nel mondo – ha detto Maura Misiti – da Istanbul a Tunisi e negli Stati Uniti. E’ la prima volta che vengono lette da detenuti uomini. Queste storie sono uno strumento importante di consapevolezza e conoscenza poiché si adattano in ogni luogo anche diversi tra loro. “Ferite a morte” arriva all’ascoltatore poiché fatto di un linguaggio semplice, empatico che emoziona nel profondo”. Erano presenti, inoltre, l’assessore Ugo Costa e la pittrice Ilaria Chiantia che ha donato alla Croce rossa Italiana, uno degli undici dipinti di donne.

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