"Modello Gela" e l'alternativa al centrodestra, riparte l'agorà
Progressisti e civici impegnati nel tentativo di unificare più anime ma bisognerà affrontare un tema delicato, quello dei gruppi che non si muovono sotto un'unica idea di collocazione politica
Gela. L'iniziativa l'ha presa direttamente il sindaco Terenziano Di Stefano, sempre più convinto che il "modello Gela" debba rafforzare la propria sfera di convergenza politica, soprattutto dopo un periodo, come quello attuale, decisamente concentrato sulle scadenze amministrative e di programma, in primis per il varo definitivo del bilancio stabilmente riequilibrato. Nel corso dell'assemblea provinciale di "Europa Verde", adesso affidata al portavoce territoriale Angelo Amato, ha messo i primi pezzi il patto per l'unità del fronte progressista e civico, sostenuto proprio dal sindaco. Non solo la prospettiva cittadina, Di Stefano infatti è pronto "a sedersi intorno a un tavolo" per costruire su scala più larga, che guardi alla Regione. Un'idea, non certamente solo di principio, che trova piena comunanza nel vicepresidente Ars Nuccio Di Paola, mai distante dal primo cittadino e con una strategia che mira a un campo alternativo al centrodestra del presidente della Regione Renato Schifani. Così, l'assemblea di "Europa Verde" è diventata una sorta di seconda agorà, dopo quella di un anno fa messa insieme in vista delle amministrative. I progressisti che sono già nel "modello Gela" del sindaco, con in testa dem e pentastellati, non pongono alcuna precondizione per un allargamento quasi naturale, su un piano politico, con il dialogo in atto sul fronte che porta a "PeR" e con la possibilità che il campo largo ricomprenda i renziani di Italia Viva, ormai nell'aggregazione di "Casa riformista". Ci sono chiaramente le forze di Avs, la stessa "Europa verde" e "Sinistra italiana". Il sindaco non ha mai messo in secondo piano lo sviluppo della rete civica, che già si interfaccia con i partiti ma sta sviluppando un proprio itinerario interno per rafforzarsi e stare alla pari delle sigle d'area. L'agorà che riprende le interlocuzioni dovrà certamente approcciarsi al tema di quelle che per il leader di "PeR" Miguel Donegani e per altri esponenti di sinistra, sono "ambiguità" poco sostenibili: tradotto fuori dalla convenzione politica, i rapporti con partiti come l'Mpa e Sud chiama nord, in città nell'amministrazione Di Stefano ma a Palermo con il presidente Schifani. È piuttosto evidente che una parte del "modello Gela" e dell'alternativa regionale, non pare avere troppe titubanze nel dialogare con chi sta sotto bandiere non completamente collocate nel centrosinistra. Il sindaco sa di avere il supporto, almeno in città, di esponenti, fuori dai partiti di centrodestra, che si rivedono in una visione civica. C'è però chi vorrebbe, partendo dall'esperienza Di Stefano, disegnare una coalizione "pura" che non abbia sponde con il centrodestra, romano e palermitano.
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