Mobilità sempre più a rischio, Fiab: “Città come una pista da corsa”

 
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Gela. Ancora una volta nessuna risposta dal municipio su una mobilità cittadina ad alto rischio. La Fiab ribadisce il silenzio totale. “Osserviamo con preoccupazione il silenzio dell’amministrazione rispetto alle sollecitazioni inviate dalla nostra associazione. Una preoccupazione che deriva dalla apparente lesione dei diritti che gli utenti vulnerabili della strada subiscono giornalmente. Dopo la nostra ultima segnalazione un’anziana signora veniva investita sulle strisce pedonali in via Generale Cascino, purtroppo, sembrerebbe a causa del sinistro, la stessa moriva pochi giorni dopo. I segnali di insicurezza ormai sono tanti e sono causati da mancanze ben precise, che stavolta vogliamo sottolineare nei singoli dettagli, nella speranza che chi ci amministra prenda, prima o poi, delle decisioni che servano davvero a proteggere le persone in strada. In questa occasione – dicono gli avvocati Simone Morgana e Giuseppe Romano della Fiab – puntiamo l’attenzione sul problema gravissimo dell’assenza o della inadeguatezza di una determinata segnaletica orizzontale. La mancanza di segnaletica orizzontale adeguata a regolare il comportamento degli automobilisti è uno di quei particolari gravissimi. Spesso abbiamo detto che non serve mettere un cartello di limite a 20 o 30 km/h per risolvere il problema, serve un complesso di interventi utile”.

Diverse zone della città sono senza vera sicurezza. “Sul lungomare la zona 20 è solo un ricordo, già di per sè monca per assenza di controlli sulla velocità, oggi vive grazie a qualche sparuto cartello verticale: condizione inaccettabile. La segnaletica orizzontale tracciata in origine su quel tratto di strada, in numero e dimensioni inadeguate, è ormai assente. Gli automobilisti non percepiscono in alcun modo di essere in una Zona 20, con la conseguenza che oggi sul Lungomare, proprio in quel tratto, tra locali, tavolini, bambini a piedi, in bici o nei passeggini, famiglie, ciclisti e anziani, si vedono auto, non certo di rado, sfrecciare ben oltre il limite consentito, con buona pace di sicurezza e tutela. La stessa condizione la troviamo, per fare un altro mero esempio, nel quartiere di Macchitella, dove il limite è ovunque di 30 km/h, ma in effetti non se ne accorge nessuno, dato che non esiste segnaletica orizzontale che lo ricordi in maniera reiterata e costante. Sul corso Salvatore Aldisio o su via Palazzi – dicono – non è certo ben chiaro, poi, quale sia il limite di velocità, così, nel dubbio, visto che anche qui la segnaletica orizzontale adeguata e dissuasiva non esiste, gli automobilisti, tra un ingorgo e un altro, sfrecciano come folli con accelerate improvvise e sgommate, convinti di risparmiare tempo, per poi imbottigliarsi nuovamente cento metri più avanti, in un gioco all’elastico pericolosissimo. Sono solo alcuni esempi, ma concreti, di come la cura e la progettazione della segnaletica orizzontale (per zone 20 e zone 30) adeguata a moderare la velocità e a indurre specifici comportamenti negli automobilisti, sia quasi totalmente assente a Gela. Con la apparente e preoccupante conseguenza che i diritti garantiti dal codice della strada per gli utenti vulnerabili sembrano di fatto scomparsi.E la Fiab rimane ancora una volta a disposizione per qualsiasi confronto”.

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