Gela. Niente da fare anche in aula, al Senato. Ieri, la “mannaia” della maggioranza di governo si è abbattuta sull’emendamento per il rinnovo della mobilità in deroga, destinata alle aree di crisi siciliane di Gela e Termini Imerese. I senatori grillini Pietro Lorefice (primo firmatario dell’emendamento già bocciato in commissione) e Ketty Damante, sono stati in prima fila nel tentativo di arrivare ad un sì, insieme al resto del gruppo a Palazzo Madama. Il primo no in commissione ha spinto Lorefice a scrivere a tutti i parlamentari siciliani ma anche al presidente della Regione Renato Schifani, al presidente dell’Ars, ai capigruppo all’Assemblea regionale e ancora al sindaco Lucio Greco e al primo cittadino di Termini Imerese. Era un invito accorato a fare in modo che, anche attraverso i rispettivi riferimenti regionali e nazionali, si potesse arrivare ad un’approvazione. Così, però, non è stato. “Vi state prendendo la responsabilità di lasciare senza supporto economico lavoratori che non sono riusciti ad ottenere una ricollocazione – ha detto in aula Lorefice nel suo intervento – parliamo di aree che hanno già risentito dello stop della Fiat, a Termini Imerese, e del ridimensionamento delle attività industriali, a Gela. Davvero volete lasciare questi lavoratori e le loro famiglie senza neanche un piatto di pasta a tavola?”. La maggioranza è andata dritta per la propria strada sul cosiddetto Milleproroghe.
“Quello che più dispiace – aggiunge il senatore grillino – è che hanno votato contro l’emendamento anche senatori siciliani di Fratelli d’Italia e della Lega. Altri, invece, a loro modo di vedere furbescamente, non hanno proprio votato, compreso chi è stato eletto in città come il senatore Craxi”. Il segretario provinciale della Fiom-Cgil Orazio Gauci ad inizio mese aveva lanciato l’appello per un bacino di oltre cento lavoratori locali. “Abbiamo protocollato le ultime richieste di mobilità in deroga dei lavoratori del bacino delle aziende storiche. Urge – aveva spiegato – un tavolo tecnico per parlare di area di crisi complessa e degli ammortizzatori sociali che nel 2024 scadranno. La Regione deve dare risposte”.