Minacciava telefonicamente la famiglia dell'ex convivente per avere soldi, in appello tre anni e mezzo ad un giovane
Gela. I giudici della Corte di appello di Palermo hanno confermato la condanna a tre anni e mezzo di reclusione, imposta già in primo grado al ventottenne Antonio Pisciotto.{module Sponsor} Le mina...
Gela. I giudici della Corte di appello di Palermo hanno confermato
la condanna a tre anni e mezzo di reclusione, imposta già in primo grado al ventottenne Antonio Pisciotto.
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Le minacce telefoniche. Il giovane era finito davanti ai magistrati del tribunale di Agrigento dopo aver preso di mira l’ex compagna gelese e la famiglia della giovane. Tra le accuse mosse all’imputato anche quella di estorsione. Pisciotto, in più occasioni, dalla sua abitazione di Favara avrebbe contattato telefonicamente l’ex convivente e i genitori, chiedendo soldi e minacciandoli di morte. I giudici d’appello palermitani hanno accolto le richieste della procura generale, ribadendo la condanna a tre anni e mezzo. La famiglia gelese minacciata, invece, si è costituita parte civile con l’avvocato Giuseppe Cascino. I giudici, anche in appello, hanno riconosciuto il loro diritto al risarcimento dei danni e il legale potrebbe a breve avviare l’azione civile.
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