Gela. “Mi ha violentata ma lo perdono perché si era innamorato di me e in precedenza mi aveva proposto di sposarlo”. La donna nigeriana che, alcune settimane fa, denunciò di aver subito abusi
da un trentenne ghanese, accusato anche di averla costretta a prostituirsi in città, è stata sentita durante l’incidente probatorio svoltosi davanti al giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro. La vittima, così, ha scelto di ritirare la querela sporta nei confronti del ghanese che, da diversi anni, vive d’espedienti in città. Il procedimento nei suoi confronti, però, prosegue d’ufficio a seguito delle gravi contestazioni mossegli.
La donna ha risposto alle domande formulate dal pubblico ministero Antonio D’Antona e dal legale di difesa dell’indagato, l’avvocato Vittorio Giardino. Sembrano ridimensionarsi, invece, le accuse d’induzione alla prostituzione.
La vittima ha confermato di essersi trovata in gravi difficoltà economiche e, una volta giunta in città ospite del ghanese, avrebbe cercato di trovare lavoro fino a quando non arrivò la proposta dell’indagato, ovvero quella di rapporti sessuali a pagamento con clienti.
Adesso, le dichiarazioni rese dalla quarantenne nigeriana potranno essere utilizzate nel proseguo del procedimento. L’incidente probatorio si è reso necessario a seguito della volontà, già manifestata dalla donna, di lasciare la città. Intanto, l’indagato rimane in carcere.