Gela. “E’ un invito ufficiale e abbiamo parlato di sanità locale”.
Il colloquio con quelli di Alfano. Il sindaco Domenico Messinese, in prima fila insieme al braccio destro Simone Siciliano alla convention di Alternativa Popolare, con tanto di investitura ufficiale del candidato Angelo Caci, dimentica tutto. Con il ministro Beatrice Lorenzin, arrivata in città per l’occasione, nessun problema. La plateale protesta di qualche mese fa, quando il sindaco ex grillino urlò in faccia al ministro che “a Gela si muore”, è oramai memorabilia. Anzi, il sindaco, il suo vice, il candidato Angelo Caci e i vertici siciliani di Alternativa Popolare, da Giuseppe Castiglione a Giovanni La Via, si sono anche concessi una sorta di confessionale privato. Mezz’ora di colloquio, a porte chiuse, in una delle stanze dell’albergo scelto per la convention degli alfaniani. In giro, c’erano imprenditori dell’indotto e anche qualche crocettiano di ferro, lì, però, solo per altri impegni, almeno così sostengono i fedelissimi del presidente uscente. Il sindaco, davanti all’occasione ufficiale, non politica si badi bene, si è portato dietro pure la segretaria. Insomma, l’impegno ufficiale prima di tutto. La politica e il candidato di Alfano Angelo Caci non c’entrano niente. “Il sindaco – dice il ministro – mi ha illustrato le tante paure di questo territorio, legate soprattutto alla salute e alla tenuta ambientale. Noi agiamo su indicazione delle istituzioni. Se c’è la disponibilità, siamo pronti ad autorizzare verifiche degli specialisti dell’Istituto superione di sanità”. Peraltro, il ministro del governo Gentiloni ha escluso che possano esserci ripercussioni sull’ospedale Vittorio Emanuele. “La rete ospedaliera deve essere congrua”, ha spiegato. Poi, giunta in prima fila ad ascoltare quelli di Alfano che hanno declinato il loro decalogo politico-sanitario. Ovviamente, la politica non c’entra niente. La giunta non ha scelto di appoggiare Angelo Caci e non vuole assolutamente flirtare con il centrosinistra, dopo aver toppato con il centrodestra. Solo sanità, la politica fuori dall’albergo.