Gela. La procura generale, anche nel giudizio d’appello bis per l’estorsione ai titolari di uno stucchificio locale, ha chiesto la conferma della condanna per Giuseppe Novembrini, accusato della messa a posto per conto dei clan. I fatti risalgono alla metà degli anni ’90. I giudici della Corte nissena, però, hanno disposto l’assoluzione. L’estorsione venne ricostruita nell’ambito di un’inchiesta più ampia sull’azione dei clan in città. Per Novembrini, negli altri gradi di giudizio e a seguito della continuazione, era stata comminata una pena pesante. Ha sempre escluso di aver preteso soldi o merce gratis facendo leva sul nome delle famiglie di mafia. La difesa, sostenuta dall’avvocato Flavio Sinatra, ha confermato l’assenza di elementi concreti per collegare l’imputato alle pressioni esercitate sui titolari dell’attività commerciale. Più volte era già stata fatta rilevare una possibile contraddizione tra i fatti contestati e le dichiarazioni rilasciate dai testimoni sentiti nel corso dei giudizi. La Cassazione, tre anni fa, aveva annullato con rinvio una prima decisione di condanna imposta a Novembrini. I giudici romani avevano indicato la necessità di rivedere la sua posizione. Ora, arriva l’assoluzione.
Nell’ambito della stessa indagine, quattro anni fa era arrivata l’assoluzione per un altro coinvolto, un operaio, a sua volta finito a processo.