Gela. Gli elaborati tecnici e quelli del progetto complessivo dell’impianto ribattezzato “Gela Fv” fanno riferimento ad un investimento che toccherebbe quasi 50 milioni di euro. La marchigiana “Agroenergie srl” ha scelto di puntare sul fotovoltaico, però nelle stesse aree che avrebbero dovuto fare da base per un altro maxi progetto, quello della cooperativa “Agroverde”, che dopo anni di fermo ha di recente subito la revoca delle autorizzazioni regionali. I funzionari palermitani dell’Assessorato territorio e ambiente hanno invece in mano le carte dell’azienda marchigiana, che fa riferimento all’imprenditore Tiziano Giovannetti. Sia la commissione tecnica specialistica sia il dipartimento ambiente dell’assessorato hanno deciso che anzitutto il progetto “Gela Fv” (con potenza nominale di almeno 168,91 Mwp) dovrà passare dalla procedura di valutazione di impatto ambientale e da quella di incidenza ambientale. Sono stati i vertici della “Agroenergie” ad avanzare la richiesta alla Regione, pare intenzionati a portare avanti l’investimento. Dalla documentazione dell’assessorato, tra le altre cose, emerge come Agroverde abbia più volte obiettato. Il progetto presentato dai manager dell’azienda di Pollenza dovrebbe ricadere tra le contrade Cappellania, Sant’Antonio e Tenuta Bruca, quelle che la cooperativa aveva individuato avviando lavori poi rimasti bloccati a tempo indeterminato.
Lo scorso marzo, da Agroverde sono state trasmesse osservazioni che, tra le altre cose, spiegano che la “Agroenergie” non avrebbe “la disponibilità del lotto di terreno di progetto”. “Lo schema di connessione alla Rtn risulta uguale a quello già autorizzato alla Agroverde S.c.a.r.l. nel corso della procedura di autorizzazione per il polo serricolo-fotovoltaico denominato “Ciliegino”, si legge ancora. Per i tecnici regionali, però, le deduzioni di Agroverde “non sono attinenti la valutazione ambientale in oggetto in quanto non riferite agli eventuali effetti sui fattori ambientali prodotti dal progetto de quo, bensì a delle problematiche tecnico-giuridiche non di competenza di questa Commissione tecnica specialistica”. Dai pareri emerge comunque che un progetto di questo tipo avrebbe ricadute ambientali da sottoporre a valutazioni e per questa ragione dovrà passare dalle procedure Via e Vinca. Mentre in municipio pare che si stia discutendo del futuro del progetto “Ciliegino”, seppur sotto stretto riserbo; a Palermo invece sono sotto esame le carte presentate dall’azienda che intende investire nelle stesse aree.