Maxi discarica d’amianto in fabbrica Eni, nuovi sopralluoghi sull’isola 32

 
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Gela. Nuovi accertamenti da compiere nella zona dell’isola 32 della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Lo ha deciso il giudice dell’udienza preliminare Alberto Leone nell’ambito del procedimento che vede come imputati l’attuale amministratore delegato di raffineria Bernardo Casa insieme agli operatori Rosario Orlando, Arturo Anania, Biagio Genna e Aurelio Faraci.

Gli imputati sono tutti accusati di deposito incontrollato di rifiuti pericolosi. Stando all’accusa, infatti, la vasca 4 presente sull’isola 32 si sarebbe trasformata nel corso del tempo in una vera e propria discarica a cielo aperto d’amianto. Due anni fa, i militari della capitaneria di porto apposero i sigilli all’area dopo aver rinvenuto diverse tonnellate del pericoloso minerale.
Adesso, in base alle indicazioni arrivate dal giudice Leone, saranno tre periti ad effettuare nuovi accertamenti nella zona interessata. Già nel corso della precedente udienza, cento operai della fabbrica, venuti a contatto con le pericoloso fibre, erano stati ammessi come parti civili.
Oltre a loro, rappresentanti dagli avvocati Lucio Greco ed Ezio Bonanni, sono già costituti parte civile i legali dell’ente comunale e di quello provinciale oltre al ministero dell’ambiente. Il giudice Leone ha accolto la costituzione di altre parti civili: si tratta delle associazioni Amici della Terra e Aria Nuova, rappresentate dai legali Joseph Donegani e Antonino Ficarra.

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