Gela. Un credito imponente, da quattordici milioni di euro, che a fine luglio il tribunale delle imprese di Palermo ha riconosciuto in favore dell’Ato Cl2 in liquidazione. Somme che devono essere garantite dal Comune, debitore dell’ambito per una serie di mancati pagamenti risalenti alle precedenti amministrazioni. Sono maturate per conferimenti nella discarica Timpazzo e ulteriori servizi, mai saldati. Gli attuali amministratori giudiziari dell’Ato rifiuti, nominati dal gip a seguito del sequestro disposto nell’inchiesta sull’impianto di compostaggio, hanno predisposto le prime iniziative per cercare di recuperare il maxi credito. Il dottor Carmelo Blancato e il professore Federico Vagliasindi, subentrati nella gestione dell’ente in liquidazione, hanno scelto di affidarsi all’avvocato Riccardo Rotigliano, lo stesso legale che ha seguito il procedimento al tribunale delle imprese. Un mandato che ha come obiettivo la valutazione delle prossime tappe. Anche gli amministratori giudiziari sono consapevoli della delicatezza della materia, non solo per l’Ato ma anche per Palazzo di Città, che davanti ad un debito di questo tipo rischia di compromettere gli equilibri finanziari. L’incarico al legale è stato affidato per “assistere questa spa Ato Cl2 nella vicenda del recupero del credito nei confronti del Comune di Gela, post sentenza 3360-2022 del Tribunale di Palermo–Sezione imprese”, così riporta il provvedimento firmato a fine settembre. Gli amministratori continuano ad avere un’interlocuzione diretta con il gip del tribunale, messo a conoscenza di tutte le attività in corso, proprio in una fase di piena vigenza del sequestro. L’attuale guida di Ato non trascura le potenziali ricadute sull’ente comunale. “L’azione dovrà essere cogente, ponderata, studiata nei minimi particolari al fine di ottenere il risultato sperato e, inoltre, che il comportamento e l’atteggiamento della controparte (Comune di Gela) porterà a decisioni di particolare delicatezza, non solo per questa spa, ma anche per la città di Gela, la quale, in base alle proprie decisioni “infauste” potrebbe portare quella comunità a dissesto finanziario, con riflessi particolarmente gravi per i cittadini amministrati”, si legge nell’atto di nomina del legale per il recupero delle ingenti somme.
La scorsa settimana, il presidente della commissione comunale bilancio Pierpaolo Grisanti aveva sollevato la propria preoccupazione proprio rispetto al debito che il Comune deve coprire nei confronti dell’Ato e ora con una sentenza che già costituisce titolo esecutivo. Anche Ato attende comunque di valutare quali scelte saranno compiute da Palazzo di Città, che non ha ancora disposto un’eventuale impugnazione della sentenza del tribunale delle imprese. “La sentenza apre diversi scenari, a seconda dei comportamenti consequenziali da parte del soccombente, ovvero opposizione alla sentenza, accettazione della sentenza, volontà di effettuare i pagamenti verso questa spa Ato Cl2”, riporta l’atto firmato dagli amministratori giudiziari. Chiaramente, anche per i conti dell’Ato rifiuti, “in liquidazione da tredici anni”, precisano gli amministratori, il recupero delle somme diventa cruciale. Palazzo di Città è il principale debitore dell’ambito, “secondo i dati di bilancio Cee depositati in Camera di Commercio”.