Gela. Un omicidio maturato tra la folta comunità gelese
che da decenni è insediata a Busto Arsizio, in provincia di Varese.
L’imprenditore arrestato. Il corpo del trentatreenne Matteo Mendola venne ritrovato, lo scorso aprile, in un casolare di campagna, a Pombia, nel novarese. Ad ordinarne la morte sarebbe stato un imprenditore edile, il cinquantaduenne Giuseppe Cauchi, gelese anche lui da tempo residente a Busto Arsizio. Negli scorsi mesi, i carabinieri e i magistrati della procura di Novara avevano già individuato gli autori materiali dell’omicidio. Ad uccidere il giovane sarebbe stato il ventinovenne Antonio Lembo, anche lui di Busto Arsizio. All’esecuzione avrebbe assistito un altro uomo, Angelo Mancino, finito in manette. La pistola utilizzata per uccidere Mendola l’avrebbe fornita l’imprenditore appena arrestato. Il trentatreenne venne più volte colpito al capo con il calcio dell’arma e poi finito da almeno due colpi sparati da Antonio Lembo. Adesso, spunta il mandante che è stato bloccato dai carabinieri a cinque mesi di distanza da quanto accaduto nel casolare. “Sul movente manteniamo ancora il massimo riserbo – ha spiegato il procuratore capo di Novara Marilinda Mineccia – quello che sappiamo è che c’entrano criminalità e traffico di droga”.