Gela. Mentre per diverse ore, questa mattina, il sindaco Di Stefano e la sua giunta hanno delineato gli obiettivi a medio e lungo termine, in presenza della burocrazia comunale, partendo dal bilancio stabilmente riequilibrato, la sinistra che non si rivede nel governo della città rintraccia poco o nulla, almeno rispetto alle prospettive prossime. “C’è pressappochismo, non c’è una visone, non c’è una strategia”, ha detto il leader di “Progressisti e rinnovatori”, Miguel Donegani. È intervenuto in apertura di una delle lezioni della scuola politica del movimento. L’ex deputato Ars, che non si riconosce più nel Pd locale e ha voluto strutturare un dialogo a sinistra con formazioni regionali che a loro volta non si richiamano ai dem, ha toccato temi più ampi rispetto ai soli confini locali.
Ha ripreso la denuncia giornalistica sui medici destinati a ruoli “di ufficio o amministrativi” e ancora non è per nulla soddisfatto da una finanziaria, nazionale e regionale, che non guarda agli interessi dei cittadini. È arrivata l’ennesima stoccata alla giunta Di Stefano. “Non siamo mai stati favorevoli allo sblocca royalties – ha precisato – sono soldi per il risanamento ambientale. Destinarli al bilancio non è solo inopportuno ma irresponsabile. Mi chiedo, se la norma dovesse essere impugnata e dichiarata illegittima, come è già accaduto in passato, il piano B della giunta qual è? Farsi il segno della croce? La città non se lo può permettere. Non può permettersi una classe politica che non ha alternative”.