Gela. Già un anno fa, l’appello bis successivo al primo annullamento disposto dalla Cassazione, aveva fatto cadere l’aggravante mafiosa, contestata a quattro imputati, che furono coinvolti nell’inchiesta antidroga “Malleus”. Optarono tutti per il giudìzio abbreviato. Oggi, la Cassazione si è nuovamente pronunciata sui ricorsi proposti dalle difese di Antonio Radicia, Giuseppe Domicoli, Ivan Casciana e Baldassarre Nicosia. L’iniziativa dei legali era volta alla definizione dei criteri di determinazione della pena. Di fatto, i giudici romani hanno lasciato tutto immutato per Radicia, Casciana e Domicoli, difesi dagli avvocati Giacomo Ventura e Davide Limoncello. I ricorsi non sono stati accolti e non ci saranno modifiche rispetto all’entità delle loro pene. Erano state ridotte nei precedenti gradi di giudizio, anche a seguito del venir meno dell’aggravante mafiosa.
Cinque anni e nove mesi per Antonio Radicia, cinque anni e un mese per Giuseppe Domicoli e quattro anni nei confronti di Ivan Casciana. I giudici romani, invece, hanno deciso l’annullamento con rinvio, per alcuni capi di imputazione, per la posizione di Nicosia (difeso dall’avvocato Cristina Alfieri). Per un capo contestato, invece, l’annullamento è senza rinvio. Per la sua posizione, al termine dell’appello bis, la condanna era stata rivista a tre anni e cinque mesi di reclusione.