Malformazioni e stop agli impianti Eni, tornano i periti? “L’azienda nega l’innegabile”

 
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Gela. Avranno termine fino al prossimo 25 febbraio per depositare nuove richieste istruttorie, anche sul piano dell’esame di eventuali periti.

“Negano l’inquinamento”. C’è stata ancora molta tensione durante la nuova udienza scattata dopo il deposito del ricorso straordinario firmato da oltre 500 cittadini e portato avanti dagli avvocati Giuseppe e Luigi Fontanella insieme a Laura Vassallo. Nel ricorso, si chiede lo stop immediato di tutte le attività di Eni sul territorio, compresa quella degli impianti ancora in marcia in raffineria, e l’avvio immediato delle attività di bonifica. Il giudice Virgilio Dante Bernardi, qualora non ritenesse sufficienti le richieste istruttorie, ha già preannunciato la volontà di nominare eventuali tecnici per fare chiarezza prima di emettere il verdetto. “I legali del gruppo Eni – hanno detto i legali Luigi Fontanella e Laura Vassallo – negano l’innegabile. Addirittura, si spingono ad escludere l’esistenza di gravissimi fenomeni d’inquinamento di questo territorio. Purtroppo per loro, sono i decreti firmati nel corso degli anni che affermano il contrario e, di certo, arrivano dalle istituzioni”.

“Azione che commissaria il polo industriale”. Per l’avvocato Lotario Dittrich, tra i legali di Eni, nel ricorso straordinario “si fa solo politica anche quando il Comune chiede la disponibilità di un fondo da 80 milioni di euro da mettere a disposizione delle famiglie dei lavoratori. Non esistono istituti giuridici che possano giustificare richieste di questo tipo”. Per i legali di Eni, “l’azienda ha sempre rispettato tutte le prescrizioni imposte dal ministero, solo due attendono di essere completate. Peraltro, oggi, le attività sono del tutto ferme”. Per Dittrich, al massimo, esisterebbe un eventuale danno ambientale che interesserebbe solo il ministero, unica parte legittimata eventualmente ad agire. “La paura di ammalarsi, forse – ha proseguito – è più elevata tra i cittadini di Milano che convivono con tassi di Pm10 superiori di cinque volte rispetto a quelli di Gela”. Stando ai legali di Eni, un’azione come quella avviata rischia di produrre il commissariamento di un intero polo produttivo, con il definitivo abbandono da parte dell’azienda. Posizioni contestate dai legali Giuseppe e Luigi Fontanella, Laura Vassallo e Mario Cosenza, quest’ultimo avvocato di parte del Comune. Proprio l’ente comunale ha chiesto il riconoscimento di un fondo da 80 milioni di euro. Lo stesso Cosenza ha prodotto una serie di provvedimenti giudiziari, relativi a dirigenti locali della multinazionale, finiti sott’indagine anche per lo sversamento in mare d’idrocarburi risalente al giugno di tre anni fa. “Parliamo di fatti – ha precisato Cosenza – accaduti solo qualche anno fa mentre i progetti di bonifica di Eni rimangono sempre in fase di caratterizzazione”. Spetterà al giudice Bernardi, adesso, valutare le richieste delle parti: non è da escludere, a questo punto, l’ingresso nel procedimento di nuovi periti dopo quelli che, lo scorso luglio, depositarono la relazione che collega tanti casi di malformazione alle attività di Eni sul territorio.

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