Gela. Ad agire sarebbero stati in due, probabilmente arrivati in via Romagnoli in sella ad uno scooter e poi dileguatisi tra le vie limitrofe. Il rogo della scorsa notte in via Romagnoli, che ha distrutto l’Audi del consigliere comunale Gabriele Pellegrino, sarebbe l’ennesimo atto doloso e per l’imprenditore è la seconda vettura distrutta dal fuoco nell’arco di appena cinque mesi. “Onestamente, non mi capacito – dice – come ho già detto agli inquirenti, non ho subito né minacce né intimidazioni. A maggior ragione, non riesco a darmi una spiegazione”. Pellegrino, davanti al secondo attentato incendiario, inizia a riflettere in modo più amaro, rispetto almeno alla prima occasione, quella di maggio con un raid di fuoco che distrusse la sua Smart e danneggiò un furgone, sempre a pochi passi dalla propria abitazione. “Non sono uno che si fa cogliere dal senso di impotenza – dice ancora – però, devo ammettere di essere turbato, soprattutto pensando alla mia famiglia e a mia figlia”. Per il consigliere, è necessaria una stretta. “Bisogna iniziare ad interrogarsi e a capire quali provvedimenti bisogna prendere – aggiunge – non è possibile che mai nessuno venga arrestato. Le forze dell’ordine e la magistratura fanno un grande lavoro, ma dobbiamo far capire che questi fatti avvengono ogni giorno e a tanti cittadini. Gela non è solo questa”. Qualche riflessione in più il consigliere la fa.
“Viene da chiedersi se ne vale ancora la pena”, aggiunge. C’è forte amarezza, in una fase politica della città che Pellegrino sta affrontando appieno, facendo parte del fronte di opposizione che va verso la sfiducia al sindaco Lucio Greco. “Purtroppo, Gela inizia a diventare una città senza futuro”, conclude.