Gela. “Prigioniero? Non lo sono mai stato. Tutto quello che ho costruito politicamente l’ho fatto da solo e con chi mi sostiene, pur avendo ricevuto proposte di adesione da partiti molto importanti”. Il civico Terenziano Di Stefano, candidato a sindaco per l’agorà, non si rivede affatto in quanto detto ieri dall’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, in città per la convention del suo Mpa. L’ex vicesindaco è stato definito “prigioniero del Movimento cinquestelle”, proprio per la scelta di stare nella coalizione ispirata anche dai pentastellati. “Lombardo è un amico – continua Di Stefano – mi conosce da quando ero molto giovane e decisi di sostenere il nascente progetto dell’Mpa. Sono stato il primo consigliere comunale di quel partito, in città. Gli sono stato vicino sia nei momenti di luce e successo sia in quelli più bui e difficili. Non ho mai chiesto nulla e non mi sono mai permesso di approfittare di questa vicinanza. Alla convention di ieri non c’ero perché sarebbe stato un cortocircuito inutile. Da candidato di una coalizione come l’agorà, perché avrei dovuto presentarmi ad un incontro al quale hanno partecipato il sindaco Greco e il centrodestra che gli fa opposizione e non lo ha mai considerato in un futuro progetto amministrativo? Tutti al capezzale dell’Mpa. Mi sembrano quelle le contraddizioni. E’ normale che l’Mpa debba dare spazio al sindaco, essendo ancora in giunta. Poi, c’è stato l’invito al dottor Rosario Caci, al sindaco e ad esponenti come Federico, a mettersi al tavolo per sviluppare un progetto. L’Mpa la soluzione ce l’ha a portata di mano, se solo decidesse di andare oltre gli steccati”. Di Stefano, quindi, non esclude proprio gli autonomisti da uno scenario politico piuttosto complesso da delineare. Con i lombardiani i rapporti non sono mai mancati, pure durante l’esperienza che ha portato al governo cittadino del sindaco Lucio Greco. L’ex assessore va avanti lungo la via tracciata con l’agorà e che allo stato lo vede alla testa di una coalizione che annovera i grillini, i calendiani di Azione, gli esponenti di Sud chiama Nord, “Ripartiamo da zero” dell’imprenditore Maurizio Melfa, il Partito comunista e il gruppo di “Idee e partecipazione”. L’obiettivo rimane quello di aggregare pure altre forze che si rivedano nel programma e nel progetto per la città. Anche ieri, c’è stato un incontro dell’alleanza. Sono stati delineati macrotemi ed entro fine mese si punta a completare un piano di azione per la città. A maggior ragione diventano importanti risposte che Di Stefano e gli alleati attendono a stretto giro.
“Il Pd? Io spero che la decisione arrivi nell’arco dei prossimi giorni – dice inoltre Di Stefano – non mi interessa incassare punti in più. Vorrei una risposta a breve perché abbiamo la necessità di chiudere il piano di azione, con tutti i temi, e confrontarci con la città e quindi con le aziende, con le categorie produttive, con gli esercenti, con i sindacati, con le associazioni, con i comitati di quartiere e ancora con le tante entità religiose che operano nel sociale e non solo. Dobbiamo presentarci uniti. Appelli ne ho fatti tanti. Dico solo che dobbiamo iniziare a lavorare insieme, su un’unica linea orizzontale e non verticale. Andiamo a confrontarci con i cittadini”. Di Stefano sembra ancora più convinto che l’approccio giusto sia proprio quello messo in campo con l’agorà, senza comunque chiudere le porte a nessuno, purché ci sia condivisione di scelte e di vedute. I tempi stringono e non possono esserci caselle ancora vuote.