Lungomare in crisi, esercenti sul piede di guerra: “ZTL senza servizi ci penalizza”
Al lungomare monta la protesta dei ristoratori: una raccolta firme al Comune per rivedere la Ztl domenicale e riaprire via Dalmazia.
Gela. Una raccolta firme, un confronto diretto con l’amministrazione e la minaccia di chiedere la sospensione della Ztl domenicale. È il clima che si respira sul lungomare di Gela, dove gli esercenti denunciano da settimane un crollo nelle presenze e negli incassi.
Al centro della contestazione, la Zona a Traffico Limitato attiva la domenica. Una misura pensata per rendere il lungomare più vivibile e pedonale, ma che – spiegano i ristoratori – sta avendo l’effetto opposto: allontanare la clientela. Senza parcheggi adeguati e con alcune vie strategiche ancora chiuse per lavori, raggiungere i locali sarebbe diventato “un percorso a ostacoli”.
La tensione è emersa in un incontro acceso con il vicesindaco Giuseppe Fava, alla presenza del rappresentante di Casartigiani, Antonino Ruvio. Gli esercenti chiedono tre cose: l’animazione immediata del lungomare nelle giornate di Ztl, l’estensione della zona pedonale anche al secondo tratto fino a via Calvario per evitare confusione nel traffico, e soprattutto la riapertura di via Dalmazia, snodo fondamentale per accedere al parcheggio Arena, chiusa da mesi.
Una protesta che arriva dopo una serie di domeniche definite “disastrose”. Tra maltempo, cantieri infiniti e l’ondata di fango arrivata dal cantiere dell’orto Pasqualello, il lungomare si sarebbe trovato quasi isolato, con i tavoli vuoti anche nei locali più frequentati.
Il vicesindaco ha garantito che le richieste saranno prese in carico e che già dalla prossima domenica si tenterà di “rivitalizzare” la Ztl con iniziative di animazione, eventi e una diversa gestione degli accessi.
Sul fronte viabilità, Fava ha assicurato che la riapertura di via Dalmazia è una priorità, promettendo tempi rapidi per la conclusione dei lavori e il ripristino del collegamento con il parcheggio Arena.
Ora la parola passa ai fatti. Per gli esercenti, ogni domenica persa è un danno economico difficile da recuperare. E se le soluzioni non dovessero arrivare in tempo, la raccolta firme potrebbe trasformarsi in una mobilitazione ancora più ampia.
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