Luminarie per le feste religose e cimiteri, l'”appetito” dei clan: definitiva l’assoluzione di due imprendtori

 
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Gela. La mano dei clan locali allungata anche nella gestione di appalti pubblici come quelli per l’installazione delle luminarie nelle feste religiose o per i lavori da effettuare nei cimiteri cittadini. La Dda chiese l’assoluzione. Due imprenditori finirono al centro delle indagini avviate dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. Lo scorso febbraio, arrivò l’assoluzione pronunciata dal collegio penale presieduto dal giudice Paolo Fiore, affiancato dalle colleghe Ersilia Guzzetta e Silvia Passanisi. Adesso, per Giuseppe Barone e Giovanni Donzello quell’assoluzione è diventata definitiva. La decisione del collegio penale di primo grado non è stata impugnata dai magistrati della Dda di Caltanissetta. I due erano accusati di favoreggiamento personale aggravato dall’aver avvantaggiato le cosche locali. In aula, era stato lo stesso pubblico ministero Luigi Leghissa a chiedere l’assoluzione. Per uno degli imputati mancavano le prove; l’altro, invece, ritrattò la versione fornita agli inquirenti.

Uno degli imprenditori pagò per evitare danni all’azienda. Secondo il magistrato, l’azienda di Donzello non lavorò in città nel periodo finito al centro dell’inchiesta mentre Giuseppe Barone sarebbe stato una vittima delle richieste estorsive, arrivando a pagare un milione delle vecchie lire per i “ragazzi in carcere”. La presunta vicinanza dei due alle cosche venne descritta, invece, da un ex dipendente comunale che si sarebbe occupato di fare da tramite tra gli imprenditori impegnati in appalti pubblici e i clan. L’assoluzione venne a gran voce richiesta dai legali di difesa, gli avvocati Giovanni Cannizzaro e Giorgio Terranova.

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