Gela. Con la caratterizzazione delle sabbie del porto rifugio ormai scaduta, come confermato ieri dalla prefettura di Caltanissetta, i tempi per arrivare ai lavori di dragaggio e a quelli del braccio di ponente si allungano ancora di più e qualche sospetto inizia ad insediarsi, soprattutto sul fronte politico. Il senatore Pietro Lorefice, che da tempo segue l’iter del porto rifugio, anche monitorando la corrispondenza tra ministero e Regione, sembra avere pochi dubbi. “La caratterizzazione aveva una durata di tre anni. In tutto questo periodo, la Regione non ha dato seguito alle richieste giunte da ministero e Ispra. Ha dimostrato inadeguatezza. Bisogna dire come stanno le cose – spiega – e io sono sempre disponibile ad un confronto pubblico, in ogni occasione. Tra le altre cose, da quello che mi risulta, non è Ispra che ha fissato un termine di otto mesi per tentare di arrivare ad una caratterizzazione, finalmente completa. Al tavolo prefettizio, è stata la Regione a chiedere quest’ulteriore termine”. Il senatore non esclude che dietro a questa infinita via crucis burocratica, possano esserci interessi politici.
“Mi chiedo a chi possa giovare allungare ancora di più i tempi. Non vorrei – aggiunge – che qualche esponente politico abbia magari l’obiettivo di arrivare fino a ridosso della prossima campagna elettorale per le regionali, portandosi dietro il cavallo di battaglia del porto rifugio, per poi dire che la questione, nell’imminenza delle elezioni, sia stata risolta. Invece, il governo regionale, anche sul porto rifugio, ha dimostrato tutta la propria inadeguatezza. Sfido chiunque a smentirmi, carte alla mano”. I grillini, anche sulla portualità, sembrano pronti a far valere la loro linea, come dimostrato dalla collaborazione istituzionale avviata con l’amministrazione Greco, che ha trovato concretizzazione con l’adesione all’Autorità della Sicilia Occidentale.