Gela. Condannato per aver ordinato l’incendio della sua auto in via Apollo e per aver accusato un conoscente dell’attentato, ma assolto per il rogo al magazzino della propria attività commerciale. Il giudice Miriam D’Amore ha emesso il verdetto nei confronti del commerciante Nicola Interlici, alla fine ritenuto responsabile dell’incendio della sua Smart e di calunnia. Due anni e sei mesi di reclusione, questo il verdetto di primo grado. Sono cadute le accuse, invece, rispetto al rogo che distrusse il magazzino, dove l’imputato stoccava i capi d’abbigliamento destinati alla vendita. L’assoluzione per questa vicenda è arrivata anche nei confronti di Giuseppe Di Noto, l’altro imputato che stando alle contestazioni avrebbe fatto da tramite con un giovanissimo incaricato di appiccare le fiamme. Tutte vicende finite nell’inchiesta “Fuego”, condotta dai pm della procura e dai carabinieri.
A conclusione della requisitoria, il pm Pamela Cellura ha invece chiesto l’assoluzione per entrambi gli imputati da tutti i capi di imputazione. Il difensore, l’avvocato Flavio Sinatra, ha messo in dubbio le conclusioni degli inquirenti, escludendo un collegamento tra la posizione degli imputati e gli attentati incendiari. Inizialmente, Interlici sembrò vittima del racket delle estorsioni ma gli inquirenti iniziarono ad approfondire la vicenda, anche con intercettazioni telefoniche e ambientali che avrebbero fatto emergere particolari diversi. Il giudice D’Amore, nel dispositivo letto in aula, ha richiesto la trasmissione degli atti alla procura per uno dei testimoni sentiti nel corso del dibattimento. Avrebbe reso dichiarazioni forse non veritiere. Il commerciante si è sempre dichiarato estraneo ai fatti che gli venivano addebitati.
perché non pubblicare un commento di questo elemento. che la città di gela già soffre con la micro criminalità. lui un commerciante non deve essere punito