Gela. Hanno ucciso loro il ventottenne Davide Di Maria, trovato senza vita all’interno di un’abitazione di Genova, nella zona di Molassana. I giudici della Corte d’assise del capoluogo ligure hanno condannato a ventuno anni e cinque mesi di reclusione Guido Morso e a diciannove anni e otto mesi il padre Vincenzo, gelese che per gli investigatori sarebbe da anni il riferimento di cosa nostra locale proprio a Genova. Per l’omicidio, i giudici hanno imposto la condanna a diciassette anni di reclusione a Guido Morso e a quindici anni e otto mesi al padre Vincenzo. A queste, però, si aggiungono le pene per il possesso di armi e la ricettazione (quattro anni e cinque mesi al figlio e quattro anni al padre). Per i pm, Davide Di Maria sarebbe stato ucciso, dopo una violenta rissa scoppiata nell’appartamento, dove viveva un altro imputato, Marco N’Diaye, condannato a sette anni e otto mesi di reclusione ma solo per il possesso di un’arma e lo spaccio di droga.
Le condanne. Lo stesso N’Diaye, Davide Di Maria e Cristian Beron (a sua volta a processo), avrebbero dato appuntamento ai due Morso. Probabilmente, c’erano da regolare i conti dello spaccio di droga. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, i Morso si sarebbero recati all’appuntamento già armati. Vincenzo Morso avrebbe subito fatto fuoco, impugnando una pistola. I colpi sarebbero finiti contro la mobilia. Così, scoppiò la rissa e spuntarono i coltelli. La lama sarebbe stata fatale a Di Maria, raggiunto da un fendente all’addome. Al termine della propria requisitoria, il pm ha ribadito che la coltellata alla vittima l’avrebbe rifilata proprio Guido Morso, con il padre chiamato a rispondere di concorso in omicidio. I due hanno optato per il rito abbreviato e adesso sono arrivate le pesanti condanne, che probabilmente verranno impugnate in appello. Gli imputati hanno sempre escluso di aver ucciso Di Maria. Dopo la rissa, Guido e Vincenzo Morso fecero perdere le loro tracce, per poi costituirsi.