Genova. Sono stati appena condannati dalla Corte d’assise di Genova per l’omicidio del ventottenne Davide Di Maria. Il caso di Guido Morso e del padre Vincenzo, da tempo ritenuto referente del clan di cosa nostra gelese nel capoluogo ligure, si riapre. I pm liguri, infatti, stanno esaminando la posizione di un loro legale (si tratterebbe di Piergiorgio Cariello), che avrebbe avuto un ruolo nella presunta sparizione dell’arma del delitto, un coltello. Di Maria morì proprio per le conseguenze di una ferita da taglio, al culmine di uno scontro fisico scoppiato in un’abitazione di Molassana.
Guido Morso è stato condannato a ventuno anni di reclusione. Diciannove al padre Vincenzo. Gli investigatori starebbero valutando un’intercettazione telefonica. Gabriele Morso, fratello di Guido e figlio di Vincenzo, parlerebbe con il legale proprio della sparizione del coltello. Insomma, qualcuno l’avrebbe occultato nel tentativo di coprire i due, che intanto si erano dati alla fuga, dopo quanto accaduto nell’appartamento.