Lo sversamento dal Topping di raffineria, sacchi di sabbia contaminata lasciati in spiaggia: un tecnico a giudizio

 
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Gela. Diversi sacchi di sabbia contaminata da idrocarburi sarebbero stati stoccati, senza rispettare le norme in materia, su un tratto di spiaggia, dopo lo sversamento del giugno di quattro anni fa. Lo sversamento in mare. Gli idrocarburi, generati dall’impianto Topping 1 della raffineria Eni di contrada Piana del Signore, finirono lungo il fiume Gela e poi in mare. Le accuse hanno portato a processo Andrea Poppite, allora responsabile della sicurezza per conto della società Nico che avrebbe dovuto coordinare le operazioni successive allo sversamento. I sacchi, invece, sarebbero stati accatastati lungo l’arenile, entrando a contatto con il terreno circostante. L’imputato, difeso dall’avvocato Carmen Toro, va verso la scelta del pagamento di un’oblazione che, in questo modo, chiuderebbe il procedimento. Davanti al giudice Silvia Passanisi, i legali del Comune, della Regione e del Ministero dell’Ambiente, oltre a quelli delle associazioni ambientaliste Aria Nuova e Amici della Terra, hanno preannunciato la volontà di costituirsi parte civile. Enti e associazioni sono rappresentati dagli avvocati Joseph Donegani, Giuseppe Laspina, Salvo Macrì e Patrizia Comandatore. In aula, si tornerà a luglio.

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