Lo striscone in tribunale e le accuse a Fasulo e Panebianco, l’Ato pronto a costituirsi parte civile

 
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Lo striscione venne esposto nell'area antistante palazzo di giustizia

Gela. Uno striscione, esposto nell’area antistante palazzo di giustizia, e una presunta diffamazione ai danni dell’ex sindaco Angelo Fasulo e del commissario liquidatore dell’Ato Cl2 Giuseppe Panebianco. Il sit in nei pressi del tribunale. Le accuse dei magistrati della procura vengono mosse a carico dell’ex dirigente del Comune Roberto Sciascia e degli esponenti di associazioni ambientaliste Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato. Intanto, proprio il commissario dell’Ato rifiuti ha dato mandato ad un legale di fiducia, l’avvocato Marco Granvillano, con l’obiettivo di costituirsi parte civile nell’interesse dell’ente. In base alle contestazioni, i tre imputati furono tra gli organizzatori di un sit in, nei pressi proprio del tribunale, con tanto di striscione esposto. Elencavano almeno sette possibili notizie di reato da sviluppare in sede d’indagine e, per i magistrati della procura, avrebbero diffamato sia l’ex sindaco sia l’attuale commissario liquidatore dell’Ato Cl2. Oltre al reato di diffamazione, Saverio Di Blasi deve rispondere ad altre accuse legate ad un presunto faccia a faccia avuto con l’allora sindaco Angelo Fasulo. Proprio l’esponente del Partito Democratico aveva già preannunciato, attraverso i propri legali, di volersi costituire parte civile. Gli imputati, invece, sono difesi dagli avvocati Joseph Donegani, Antonino Ficarra e Sergio Sparti. Proprio le difese hanno sempre contestato le accuse mosse, anche durante la fase d’indagine. Si sarebbe trattato solo di un sit in di protesta finalizzato a sollevare presunte anomalie gestionali sia a Palazzo di Città sia all’Ato Cl2. Si tornerà in aula nelle prossime settimane.

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