Lo schianto mortale costato la vita all’imprenditore Santo Occhipinti, un testimone: “La Focus iniziò a sbandare”

 
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Gela. I momenti precedenti allo schianto mortale, lungo un tratto della statale 115 Gela-Vittoria, costato la vita all’imprenditore Santo Occhipinti, sono stati rivissuti in aula, attraverso la ricostruzione resa da alcuni degli automobilisti presenti.

L’impatto mortale. L’imprenditore, che si dirigeva proprio verso Vittoria, morì sul colpo dopo che contro la sua Mercedes classe E andò ad impattare la Ford Focus guidata da Rocco Mondello, chiamato a rispondere di omicidio colposo. La vittima gestiva in città una società impegnata nel settore alberghiero e della ristorazione. Per lui, dopo l’impatto, non ci fu nulla da fare. “Ricordo di essere stato il primo a dare assistenza ad Occhipinti e a Mondello – ha detto uno dei testimoni sentiti davanti al giudice Lirio Conti – ero alla guida dell’auto che venne colpita dalla Ford Focus prima che terminasse la corsa contro la Mercedes di Occhpinti”. In base alle accuse, l’imputato avrebbe tenuto una velocità probabilmente eccessiva, al punto da perdere il controllo della vettura al momento di imboccare una delle curve della 115. “Quella Ford Focus – ha detto un altro dei testimoni – superò la mia automobile e notai che, ancor prima di imboccare la curva, iniziava già a sbandare”. I legali di difesa, gli avvocati Joseph Donegani ed Emanuele Maganuco hanno cercato di ricostruire proprio quei momenti. Non escludono, infatti, che la Focus di Mondello possa essere stata, a sua volta, intralciata da un altro veicolo, tanto da costringere il conducente ad una brusca manovra. Nel procedimento, parti civili sono anche alcuni parenti della vittima, costituiti con l’avvocato Giuseppe Cammalleri. Nel giudizio, inoltre, è entrata la compagnia assicurativa, la cui polizza copriva la vettura condotta dall’imputato.  

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