Lo sbarco che cambiò la storia, non immaginerai mai dov'è avvenuto

Operazione Husky, lo sbarco ad alto rischio sulle spiagge di Gela il 10 luglio 1943: un epico duello tra corazzati, artiglierie navali e paracadutisti.

A cura di Redazione
27 agosto 2025 11:00
Lo sbarco che cambiò la storia, non immaginerai mai dov'è avvenuto - Foto: Sconosciuto/Wikipedia
Foto: Sconosciuto/Wikipedia
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L’Operazione Husky, avviata la notte tra il 9 e il 10 luglio 1943, fu lo sbarco alleato in Sicilia e rappresentò una svolta cruciale nella Seconda Guerra Mondiale. In particolare, Gela divenne teatro di un confronto senza precedenti tra truppe statunitensi e forze dell’Asse. Fu una scommessa ad alto rischio: oltre 150 000 soldati, 3 000 imbarcazioni e 4 000 aerei coinvolti nell’assalto iniziale.

L’arrivo a Gela e il caos delle spiagge

All’alba del 10 luglio, la 1st Infantry Division americana – inclusi i Ranger – iniziò lo sbarco sulle coste di Gela. Il piano prevedeva sei punti di approdo lungo circa 8 km di litorale. L’arte navale italiana, consapevole della minaccia, fece saltare ampie porzioni del pontile, aprì il fuoco con proiettori contro le barche d’assalto e colpì aerei e motovedette. Tuttavia, la tempesta e le correnti misero in crisi le formazioni: battelli arrivarono a miglia di distanza dal target, molti uomini furono costretti a nuotare carichi di equipaggiamento, e vari veicoli cisterna e DUKW saltarono sui campi minati. Nonostante la disorganizzazione, i genieri statunitensi rimossero fili spinati e mine sotto il fuoco nemico.

Il contrattacco delle forze italo-tedesche

Il mattino seguente, la Divisione “Livorno” italiana e la Panzerdivision “Hermann Göring” tentano di strappare Gela agli americani. Colonne corazzate italiane e tedesche circondano la testa di ponte, arrivando fino a poche centinaia di metri dalle spiagge. Le difese statunitensi reggono solo grazie all’intervento decisivo della flotta: incrociatori (Savannah, Boise) e cacciatorpediniere forniscono fuoco di sbarramento che blocca i mezzi corazzati e ferma gli assalti aerei. Il supporto navale è il fattore determinante: i carri nemici sono respinti, le truppe tedesche si ritirano e le italiane devono riorganizzarsi, rinunciando ad altri assalti analoghi.

Solo dopo ore di fuoco incrociato, bombardamenti e contrattacchi falliti, la testa di ponte americana su Gela emerge consolidata. Truppe aggiuntive, carri armati e rifornimenti iniziarono ad arrivare, garantendo il successo dell’intera Operazione Husky.

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