Gela. I tanti ex operai Smim, travolti dalla crisi della storica azienda metalmeccanica e negli scorsi anni licenziati, vedono un po’ di luce, almeno per le spettanze economiche che non hanno mai ricevuto. I giudici del tribunale di Milano hanno dato seguito all’azione civile avviata dai legali di tanti ex dipendenti. L’azienda è già stata dichiarata fallita e adesso lo stato passivo è esecutivo e sono state riconosciute le somme a copertura del fondo di garanzia. I lavoratori si sono insediati al passivo. Con la recente decisione dei magistrati milanesi, gli ex Smim potranno accedere al fondo di garanzia per ottenere le somme del Tfr e delle ultime tre mensilità. La crisi dell’azienda, per decenni impegnata nell’indotto Eni, portò al taglio di oltre cento lavoratori, trattandosi di una delle società più importanti tra gli impianti di raffineria e non solo. Per almeno cinque anni, gli operai e i loro legali (gli avvocati Francesco Castellana, Emanuele Maganuco, Paolo Testa, Tania Putaggio e Angelo Licata) sono stati impegnati in un lungo percorso giudiziario.
Si erano già opposti ai licenziamenti, passando dalla fase di concordato, fino ad arrivare alla dichiarazione di fallimento, lo scorso anno emessa sempre dai giudici del tribunale di Milano. I licenziamenti decisi dai vertici Smim fecero partire una lunga mobilitazione, con proteste portate avanti dagli operai, rimasti senza occupazione.