Gela. “Avevamo ricevuto la direttiva di spegnere, nelle ore serali, la pompa d’assorbimento di Macchitella”. Ad ammetterlo, due operai della società Caltaqua in servizio all’interno dell’impianto di depurazione dello stesso quartiere.
I testimoni sono stati sentiti durante una delle udienze del processo a carico di Josè Gozzo, Salvatore Giuliana, Vincenzo Di Marco, Diego Marrone e Rocco Caccamo, tutti responsabili dell’azienda italo-spagnola. Sono accusati di una serie di presunti sversamenti di liquami non depurati tra le acque del torrente Gattano.
Operazioni che sarebbero andate avanti per circa cinquantacinque giorni, dal giugno all’agosto di tre anni fa. “Ricordo – ha spiegato uno degli operai sentiti in aula – che in quel periodo si era fermato un decantatore per i fanghi. La direttiva di spegnere la pompa d’assorbimento di Macchitella proveniva dal nostro responsabile, Rocco Caccamo”.
Gli operai, però, hanno escluso di aver mai visto liquami non depurati sversati nel torrente Gattano. Sia il pubblico ministero Tiziana Di Pietro che gli avvocati di parte civile, con in testa Giovanna Zappulla, hanno invece sottolineato le presunte incoerenze tra le dichiarazioni rese in aula dai testimoni sentiti e quelle raccolte dagli investigatori nella fase d’indagine.
“Sicuramente – ha concluso uno degli operai in aula – con la pompa d’assorbimento di Macchitella ferma il livello dei fanghi si alzava notevolmente. Non ricordo, però, che fine facessero i liquami”. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Antonio Gagliano, Piero Amara, Giacomo Butera e Davide Schillaci.
Nel procedimento, inoltre, si sono costituiti parte civile l’ente comunale, quello provinciale, la regione siciliana, il ministero dell’ambiente e le associazioni Macchitella, Aria Nuova, Amici della Terra e Legambiente. Sono tutti rappresentati dagli avvocati Joseph Donegani, Antonino Ficarra, Giovanna Zappulla, Simone Morgana, Pierfrancesco La Spina, Laura Caci e Ornella Crapanzano. Altri testimoni chiesti dalla pubblica accusa verranno sentiti nel corso dell’udienza fissata per il prossimo 10 febbraio.