Gela. Non avrebbe detto tutto quello che sapeva ai pm che, intanto, stavano seguendo una vasta indagine su un possibile giro di scavi archeologici abusivi, nella zona locale. Il pubblico ministero Gesualda Perspicace, a conclusione della sua requisitoria, ha chiesto la condanna ad un anno di reclusione nei confronti dell’imprenditore Nicolò Cassarà. Venne chiamato a riferire dai magistrati, come persona informata sui fatti. Da quanto emerso, avrebbe fatto il nome di un militare della guardia di finanza, ma non dei presunti contatti catanesi dei tombaroli. Cassarà, proprio per le vicende degli scavi abusivi, è finito a processo insieme ad una ventina di presunti complici.
Il difensore di fiducia, l’avvocato Giovanni Lomonaco, ha però contestato l’accusa, sostenendo che l’imputato avrebbe comunicato ai magistrati tutto quello che sapeva su quella vicenda. Non ci sarebbero, quindi, gli estremi del reato di false informazioni. Proprio Cassarà, a sua volta, ha escluso di aver coperto eventuali informazioni in suo possesso.