L'indagine dopo gli spari, nell'abitazione di Pellegrino oltre un chilo e mezzo di droga: condanna
Pellegrino, sentito nel corso del giudizio, ha ribadito che la marijuana l'avrebbe acquistata non per spacciarla ma per avviare un commercio a fini terapeutici
Gela. I controlli dei carabinieri partirono dopo gli spari contro l'abitazione di un operaio. Gli investigatori arrivarono al quarantunenne Gianluca Pellegrino. Durante le perquisizioni, nella sua abitazione, furono trovati oltre un chilo e mezzo di marijuana e circa trenta grammi tra cocaina e hashish. Fatti che hanno condotto alla condanna del quarantunenne. Il giudice Fabrizio Giannola, al termine del dibattimento, ha deciso per sette anni di reclusione. La richiesta finale della procura, formulata dal pm Tiziana Di Pietro, era di quattro anni di detenzione. Pellegrino ha già patteggiato per gli spari (così come il ventiseienne Leandro Costarelli), legati a quanto pare a una diatriba sorta con un vicino di casa. La difesa, sostenuta dal legale Giacomo Ventura, rispetto al possesso di sostanze stupefacenti, ha sottolineato che la marijuana non fosse destinata allo spaccio ma ad attività di vendita autorizzata, indicando percentuali di principio attivo più basse di quelle sanzionate penalmente. Lo stesso Pellegrino, sentito nel corso del giudizio, ha ribadito che la marijuana l'avrebbe acquistata non per spacciarla ma per avviare un commercio a fini terapeutici. La droga venne ritrovata dai carabinieri in una stanza dell'immobile nel quale il quarantunenne, in passato coinvolto nell'inchiesta “Falco”, vive insieme alla famiglia. La difesa ha inoltre prodotto documentazione. Il giudice ha concluso per la condanna.
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