Gela. Per la procura generale, la condanna a sette anni di reclusione è da confermare. Il quarantunenne Carmelo Curvà è ritenuto affiliato al gruppo degli stiddari, individuato nell’inchiesta “Agorà”. La condanna gli venne imposta dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, seppur ridotta rispetto a quella di primo grado. La difesa, sostenuta dall’avvocato Nicoletta Cauchi, si è però rivolta ai giudici romani della Corte di Cassazione, presentando ricorso. Il legale, già nei precedenti gradi di giudizio, ha escluso che l’imputato abbia mai avuto rapporti con esponenti del gruppo criminale. E’ stato contestato il contenuto di alcune intercettazioni, che secondo gli inquirenti confermerebbero i rapporti tra l’operaio e presunti affiliati.
La difesa ha invece spiegato che l’imputato avrebbe sempre svolto attività lavorativa, in maniera regolare, anche in quei cantieri che da quanto emerso nell’inchiesta sarebbero stati solo una possibile copertura per gli stiddari. Nel ricorso si chiede l’annullamento della decisione di appello.