Gela. Una soluzione ancora non c’è. Il tavolo tenutosi in prefettura a Caltanissetta non ha risolto tutti i dubbi che gravano sul futuro degli oltre venti operai, licenziati dall’azienda edile “Tes”. Dalla società, che ha in mano alcune commesse per la base gas di Eni, hanno fatto sapere che il clima di incertezza sul futuro dell’investimento ha condotto a valutare l’opzione dell’addio all’indotto di raffineria. Non ci sarebbero gli spazi per assicurare stabilità al personale. Il vertice in prefettura, chiesto e ottenuto dai sindacati, si è tenuto nelle stesse ore nelle quali è stata annunciata la firma sulla proroga Via per la base gas. Non è chiaro sei i vertici “Tes”, dopo quanto accaduto al Ministero dell’ambiente, possano decidere di rimanere nel sito locale. Pare però che per i lavoratori licenziati non ci sia spazio. Alla riunione, c’erano rappresentanti di Sicindustria ed Eni. I confindustriali vogliono verificare se per gli operai possano esserci spazi in altre aziende dell’indotto. Una delegazione di lavoratori ha assistito al vertice. La proprietà di “Tes” non sembra intenzionata ad attivare la cassa integrazione, nonostante le richieste dei sindacati. Al confronto, hanno preso parte i segretari provinciali di Fillea, Filca e Feneal. Francesco Cosca, Francesco Sodano e Rosario Consiglio vorrebbero evitare i tagli. In alternativa, puntano sulla cassa integrazione, a garanzia dei lavoratori.
I dipendenti, già negli scorsi giorni, hanno iniziato la protesta. A Sicindustria, però, pare sia stato chiesto anche di fare chiarezza sulla costante assunzione di lavoratori, già in pensione, che nell’indotto di raffineria andrebbero a limitare notevolmente le possibilità di assunzione di chi occupazione non ne ha.