L’ex capo stiddaro Paolello in semilibertà, Evangelista: “Liberi la sua coscienza”

 
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Orazio Paolello

Gela. A quasi sessant’anni e dopo circa un trentennio trascorso in carcere, anche in regime di 41 bis, Orazio Paolello, già ai vertici del gruppo stiddaro, ha ottenuto la semilibertà. Al mattino, gli è stato concesso di lavorare in un’attività commerciale, a Mantova. Concluso il turno, ritorna in carcere. I giudici del tribunale di sorveglianza hanno individuato elementi che giustificano l’allentamento della misura detentiva. Paolello, nel tempo, ha collezionato condanne per omicidi e tentati omicidi, commessi durante la sanguinosa guerra di mafia esplosa tra anni ’80 e ’90, in città.

Fu lui ad accelerare per intimidire ancora di più gli esercenti locali, fino al drammatico omicidio di Gaetano Giordano, estratto a sorte fra i commercianti che si erano opposti al pagamento del pizzo. Da anni, Paolello ha intrapreso un percorso interiore che lo ha portato ad avvicinarsi ad associazioni impegnate nel sociale come “Nessuno tocchi Caino”, che ha avviato una campagna contro il “fine pena mai”, il cosiddetto ergastolo ostativo. Non ha mai collaborato con la giustizia né ha mai chiesto perdono ai familiari delle vittime, compresi quelli di Giordano. “Spero che i magistrati abbiano valutato bene – ha detto a “Repubblica” Franca Evangelista vedova Giordano – adesso, Paolello dovrebbe fare un atto concreto, guardi veramente dentro la propria coscienza e la liberi da tutti i pesi che ancora porta”.

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