Gela. Sei anni di reclusione al quarantottenne Angelo Caci e quattro, invece, al quarantacinquenne Rocco Falsaperla. I due gelesi, residenti nel Nord Italia, erano a processo, davanti ai giudici del tribunale di Lecce. Dovevano rispondere del tentato omicidio di Gianni Calignano e dell’estorsione ai danni di un esercente di Nardò. Insieme a loro, a giudizio c’erano Francesco Russo, condannato a diciassette anni e tre mesi di reclusione, Giampiero Russo, per lui quattro anni, Giuseppe Calignano, condannato a dieci anni di reclusione, e la cubana Evilys Pimntel Roque, condannata a due anni e due mesi. Gianni Calignano venne raggiunto da colpi di pistola, due anni fa, nel cuore del centro storico di Nardò, rimanendo ferito. Per i pm leccesi, sarebbe stata una ritorsione dei Russo, supportati dai gelesi.
La ritorsione a colpi di pistola. Calignano, infatti, avrebbe tentato di far saltare la messa a posto decisa ai danni del titolare di un’attività commerciale. Si sarebbe intromesso, facendo scattare la risposta dei Russo. Alla fine, l’accusa di tentato omicidio ha retto solo per Francesco Russo ed è caduta, invece, per Angelo Caci. Falsaperla, invece, rispondeva dell’estorsione. Un’indagine molto complessa, quella scattata dopo l’agguato. In aula, davanti ai giudici del tribunale di Lecce, la vittima ha negato di conoscere i presunti rivali. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Alberto Paperi, Luigi Corvaglia, Francesca Conte, Giuseppe Corleto, Tommaso Valente, David Dell’Atti, Stefano Pati, Francesco Risi e Davide Vitali.