Gela. I carabinieri del reparto territoriale e i pm della Dda di Caltanissetta avevano già stretto il cerchio intorno al gruppo della nuova stidda. Piazza San Francesco venne battuta per mesi, con microspie piazzate anche nei tombini e nella vetrina di un negozio della zona. Particolari raccontati in aula da uno dei militari che si occupò dell’inchiesta “Agorà”. Le accuse dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, però, sono estese ad altri presunti stiddari, per fatti precedenti al blitz. A processo, davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Marica Marino e Antonio Fiorenza), ci sono Francesco Carfì, Carmelo Di Dio, Vincenzo Di Giacomo, Emanuele Emmanuello, Gioacchino Lignano, Alessandro Scudera e Simone Nicastro. Tra gli obiettivi degli imputati, ci sarebbero stati esercenti, imprenditori e anche il titolare della discoteca Tanguera, in contrada Femmina Morta. La messa a posto non sarebbe consistita solo nel pagamento di denaro, ma anche nell’imposizione di guardianie e servizi di sicurezza.
“Ricordo che alcune persone vennero a chiedermi dei soldi – ha detto un imprenditore edile sentito in aula – non sapevo chi fossero. Ne parlai con mio nipote e lui disse che avrebbe sistemato tutto. Gli feci un “regalino” e non accadde più nulla”. Il nipote dell’imprenditore era vicino al gruppo degli stiddari, coinvolto in diversi procedimenti penali. Sarebbe stato lui a fare da tramite con i presunti estorsori. Il testimone ha risposto alle domande del pm della Dda Luigi Leghissa e a quelle dei difensori degli imputati. Nel corso dell’udienza, ha deposto il perito incaricato di trascrivere il contenuto delle intercettazioni. Parti civili sono uno degli esercenti che sarebbe stato raggiunto dalle richieste estorsive, rappresentato dall’avvocato Giovanni Bruscia, e l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, con il legale Giuseppe Panebianco. Nel pool difensivo ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Giovanni Cannizzaro, Filippo Spina, Nicoletta Cauchi, Cristina Alfieri e Alberto Fiore.