L'esempio di vita e di fede di Livatino, presentato "Decidere è scegliere" con magistrati e avvocati
L'opera è stata data alle stampe da Tommaso Pace, Anna Pia Viola e Andrea Zappulla
Gela. La figura del magistrato Rosario Livatino, vittima della violenza mafiosa e allo stesso tempo beato per la scelta di vita, tutta finalizzata alla giustizia, al bene e alla fede, che lo hanno accompagnato fino all'ultimo istante della sua esistenza. Ieri, presso la chiesa di Santa Lucia, un dibattito sul tema ha permesso di presentare il saggio “Decidere è scegliere”, declinato su quelle che erano le coordinate di vita e di professione di Livatino, “credere, sperare e amare”. L'opera è stata data alle stampe da Tommaso Pace, Anna Pia Viola e Andrea Zappulla. Don Pace, docente di teologia dogmatica nella facoltà teologica di Sicilia, ha affrontato i temi del saggio insieme a magistrati e avvocati, che a Livatino si ispirano per ciò che ha lasciato alla Sicilia e più in generale alla storia. Sono intervenuti, il presidente del tribunale Roberto Riggio e il procuratore capo Salvatore Vella. Ha moderato don Filippo Celona. Il dibattito ha coinvolto i legali del foro, con al tavolo gli avvocati Emanuele Vella e Graziano Arancio, con la rappresentanza della Camera penale “Eschilo”, presieduta dal legale Rocco Guarnaccia. L'iniziativa è stata sostenuta inoltre dal Consiglio dell'ordine degli avvocati, con il presidente Mariella Giordano.
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