Gela. La decisione del gup di Brescia dovrebbe arrivare la prossima settimana. La procura antimafia lombarda ha chiesto sessantuno rinvii a giudizio. Una richiesta avanzata nei confronti di imprenditori del nord Italia, ma anche di professionisti e presunti faccendieri, che avrebbero usufruito dei “servizi” del gruppo gelese che pare fosse specializzato nelle compensazioni illecite. Secondo gli investigatori bresciani, però, la stidda aveva messo le mani su un affare milionario e il gruppo avrebbe fatto riferimento proprio ad esponenti della criminalità organizzata. Altri coinvolti sono già a processo, sempre per i fatti dell’inchiesta “Leonessa”, ma davanti al collegio penale del tribunale lombardo. Solo le difese di quattro imputati hanno optato per il rito abbreviato e le loro posizioni verranno definite il prossimo marzo. Oltre alle richieste della Dda bresciana, sono state avanzate le prime conclusioni delle difese, che hanno contestato le accuse e l’eventuale rinvio a giudizio. Il gup aveva già dichiarato la propria incompetenza territoriale su alcuni capi di imputazione, trasmettendo gli atti ai pm gelesi.
La prossima settimana, invece, toccherà agli altri difensori concludere, in attesa della decisione del giudice dell’udienza preliminare. In una delle costole processuali, partite dall’indagine, il gup del tribunale di Brescia ha escluso che gli imputati abbiano fatto parte di un clan, pur riconoscendo i reati tributari e le contestazioni di estorsione.